Commenti a caldo Consiglio Comunale 31.5.2022

Una premessa su questo ultimo consiglio comunale: quando portiamo un’interpellanza o un’interrogazione in Consiglio comunale, siamo la voce dei cittadini. Non ci inventiamo degli argomenti tanto per parlare o occupare il tempo dei tecnici e degli assessori ma portiamo avanti degli argomenti che sappiamo essere importanti per la cittadinanza e ai quali i cittadini aspettano risposte.

Proprio per questo, tutti i gruppi consiliari hanno diritto alla parola e proprio per questo chi deve gestire il tempo di parola durante il consiglio, dovrebbe pensare a dare equamente il tempo di parola a tutti i consiglieri, e chi prende la parola dovrebbe rispettare il tempo di parola che gli viene dato.

Durante l’ultimo consiglio comunale, la gestione del tempo è stata pessima, tant’è che non abbiamo avuto occasione di presentare la nostra Interpellanza. Il risultato è come se fosse stata tolta la parola ai cittadini. Non è corretto per loro ed è una mancanza di rispetto per il lavoro che noi abbiamo svolto per portare questa Interpellanza in consiglio.

Per tornare agli argomenti del consiglio, quest’ultimo è stato organizzato per adempiere a due atti amministrativi in scadenza, entrambi riguardanti il servizio di raccolta rifiuti.

Se il primo punto (Individuazione schema regolatorio della qualità dei servizi ai sensi della Delibera ARERA 15/22) è stato un mero atto tecnico, il secondo (APPROVAZIONE PIANO ECONOMICO FINANZIARIO (PEF) TASSA RIFIUTI 2022-2025) ha delle ricadute pratiche su tutti i cittadini, in quanto comporta un incremento della tassa per la raccolta dei rifiuti.

Il succo della lunga e tecnicissima relazione dell’assessore Sesia è infatti un aumento dei costi di 50.000 Euro all’anno, che verranno in parte finanziato con altre voci di bilancio, ma che per 21.000 Euro andranno a causare un aumento diretto della TARI del 1,6%.

Quando si aumentano le tasse e i costi dei servizi, ci piacerebbe avere qualcosa da mettere sull’altro piatto della bilancia per cercare di compensare. In questo caso ad esempio ci sarebbe piaciuto vedere una redistribuzione equa dei costi basata sull’effettiva produzione di rifiuto indifferenziato, sfruttando il microchip di cui da anni sono dotati i nostri sacchi neri per attivare finalmente la tariffa a consumo.  Speriamo che la cosa si farà almeno al rinnovo della convenzione, che è in scadenza nel 2023.

Inoltre riteniamo insufficienti le iniziative volte alla riduzione dei rifiuti. Se da un lato i nostri concittadini riciclano l’85% dei rifiuti, non possiamo fare a meno di chiederci se il raggiungimento di percentuali più alte avrà un effettivo impatto positivo sul ciclo dei rifiuti.

Riciclare il 100% è l’unico obiettivo che dobbiamo perseguire? E se lo raggiungessimo a costo di produrre il doppio dei rifiuti, dovremmo essere contenti? Noi una risposta ce la siamo data, ed è ovviamente negativa. Le amministrazioni comunali hanno il dovere morale di disincentivare la produzione dei rifiuti.

Quello che è stato fatto fino ad ora da questa amministrazione è sotto al minimo sindacale. Di fatto ci si è limitati a promuovere l’iniziativa “Spesa sballata 2”, che prevede l’utilizzo di contenitori riutilizzabili per l’asporto nei ristoranti, alla quale hanno aderito 2 (due!) esercizi commerciali sestesi. Un po’ pochino.

L’altra iniziativa menzionata dall’assessore Sesia è quella rivolta alla riduzione degli sprechi alimentari incentivando le “doggy bag” nei ristoranti. Iniziativa lodevole dal punto di vista dello spreco, ma con il fastidioso effetto collaterale di aumentare la quantità di imballaggi e quindi la produzione di rifiuti.

Un’ultima riflessione riguarda l’aspetto economico di queste insufficienti iniziative. Oggi aumentiamo il costo della TARI, ma se avessimo lavorato negli anni per ridurre la produzione avremmo potuto compensare almeno in parte l’aumento con una riduzione delle quantità, gravando meno sulle tasche dei nostri concittadini.