È più facile far polemica che essere costruttivi: ma è questa la buona politica?

Sesto2030 continua per la sua strada: coinvolgendo e ascoltando l’opinione dei cittadini, stimolando un confronto utile a trovare soluzioni invece che a creare polemiche. Invece la tendenza di altre forze politiche è quella di usare qualsiasi argomento strumentalmente per avviare delle polemiche che tendenzialmente portano solo ad un inasprimento degli animi anche dei cittadini (esasperando il dibattito politico e portandolo a un confronto tra tifoserie) e non producono soluzioni razionali, meditate e a vantaggio della comunità.

È accaduto anche in questi giorni con il sondaggio sul mercato: abbiamo lanciato un sondaggio, aperto a tutti e pubblicizzato tra i banchi del mercato grazie alla collaborazione degli ambulanti; abbiamo chiesto a figli e nipoti di compilarlo per i propri genitori o nonni anziani ed abbiamo integrato quello on line con uno cartaceo da inoltrare via e-mail.

Abbiamo ottenuto 301 risposte. Siamo consapevoli che il campione intervistato non è rappresentativo e quindi non siamo statisticamente autorizzati ad estendere i risultati ottenuti alla totalità della popolazione sestese, né alla totalità degli acquirenti. Ciò non dipende però, come hanno commentato alcuni, dalla numerosità del campione, che i meno esperti potrebbero considerare “limitata”, ma al fatto che per la scelta degli intervistati non sono stati seguiti dei criteri di rappresentatività della popolazione. L’obiettivo però non era fare una ricerca statistica, ma sondare gli animi su un tema caldo che sta animando le discussioni di molti sestesi in queste ultime settimane, cercando di raccoglierle in una sintesi utile per valutare la questione in maniera razionale. Obiettivo raggiunto, a nostro parere, visto che con le risposte ottenute abbiamo sintetizzato le opinioni di circa il 15% degli utenti del mercato, considerato che il numero medio di utenti è 2000.

Non abbiamo quindi intenzione di difenderci sui social da chi dice che il sondaggio sia una pagliacciata o che sia di parte. Il motivo di questo chiarimento, invece, è riportare tutti alla finalità del nostro lavoro, che non era esprimersi a favore dell’una o dell’altra location (cosa che tra l’altro noi non abbiamo fatto appositamente perché non spetta a noi questa scelta).

Sta invece alla scelta dell’amministrazione di utilizzare quanto di utile è emerso ovvero prendere nota dei vantaggi e gli svantaggi, punti forza e punti di debolezza espressi dagli utenti, per lavorare al meglio sia che si scelga l’una o l’altra location: riteniamo debba essere una scelta politica basata su riscontri oggettivi e obiettivi, piuttosto che su preferenze personali. Questo è il vero messaggio che lancia il nostro lavoro e questi sono i dati che a nostro avviso devono interessare gli amministratori che, da mandato, lavorano per il bene della città. Tuttavia prendiamo ancora una volta atto che è più facile polemizzare o infangare il lavoro altrui piuttosto che adoperarsi seriamente al miglioramento, con l’atteggiamento distruttivo della volpe con l’uva.

Saremo solo noi a Sesto Calende, gli unici “illusi” che pensano che la buona politica sia “altro” e sia ancora possibile?