Mercato: il referendum era l’unica via percorribile?

Era necessario arrivare al referendum per trovare una sistemazione del mercato storico di Sesto Calende? Ci chiediamo questo non perché consideriamo il referendum cittadino uno strumento inutile, ma perché forse si sarebbe potuta imboccare un’altra via.

Proviamo a ragionare seguendo gli eventi ed a darci un’eventuale risposta. Lo spostamento è avvenuto all’inizio del periodo Covid, periodo sicuramente difficile per il volume di situazioni da gestire alla luce delle norme anti contagio, dove si è reso necessario il “trasloco” (definito provvisorio) per garantirne la sicurezza. 

Furono sollevate delle critiche da parte degli ambulanti a causa della nuova sistemazione, nel quale nelle prime settimane vedevano la mancanza di allacciamenti elettrici oltre a problemi di ingombro delle piante e mancanza di tracciatura stalli. Tutto questo senza, ovviamente, il coinvolgimento di chi di mercato ci vive, ovvero gli ambulanti.

L’ostacolo maggiore ad una soluzione alternativa, che vedesse un confronto tra Amministrazione e ambulanti, naque dal fatto che l’Amministrazione ha seguito pedestremente il “Regolamento per l’esercizio del commercio su aree pubbliche”. Secondo tale regolamento è previsto che vengano interpellate le “associazioni maggiormente rappresentative per il settore del commercio su aree pubbliche: le associazioni definite ai sensi della L 580/93 oppure quelle presenti a livello regionale  e statale firmatarie del C.C.N.L.”

Tutto corretto a livello normativo, peccato che le associazioni previste da regolamento siano rappresentative di circa 4 ambulanti su 90, ovvero meno del 4,5%. A volte prima della norma viene il buon senso, ed il nostro buonsenso ci avrebbe fatto per lo meno dubitare che il 4,5% non fosse una percentuale rappresentativa degli interessi degli ambulanti.

Ora, se invece di fare un corsa in solitaria si fosse provato a costruire un dialogo e compromesso con gli ambulanti (con chi li avrebbe dovuti realmente rappresentare), forse si sarebbe trovata un soluzione sia per il Centro che per Via Lombardia/Via Capricciosa. 

Quindi, evitata a piè pari la strada del dialogo e compromesso, per “incapacità naturale” all’ascolto e al confronto da parte di questa Amministrazione, la via restante fu appunto quella della consultazione popolare. Un’altra via sarebbe potuta essere stata percorsa, come avvenuto in realtà molto simili alla nostra? Pensiamo di si.

Noi di Sesto2030 in tempi non sospetti avviammo 2 indagini (e ci teniamo a sottolineare che si è trattato di indagini e non sondaggi, in quanto il campione statistico non era rappresentativo); la prima fu diretta a chi al mercato ci va per fare acquisti, la seconda agli ambulanti, alle attività commerciali e ai residenti del Centro Città. 

Dalla prima emerse che l’ubicazione preferita restava il Centro Città. Emerse inoltre come la nuova collocazione avesse fatto aumentare l’uso dell’auto rispetto a chi si recava a piedi nella location storica. Dato da tenere in considerazione viste le politiche che dovrebbero incentivare l’uso di mezzi alternativi all’auto ed anche alla luce degli attuali costi energetici.

Dalla seconda, dove i fattori in gioco erano diversi e contrastanti, emerse il problema legato ai parcheggi nel Centro Città, ma anche la mancanza di servizi igienici e di punti di ristoro nella ubicazione via Lombradia/via Capricciosa. Alcuni commercianti invece lamentarono il problema plateatico legato al giorno del mercato in Centro. 

In virtù di questi risultati, che furono pubblici, suggerimmo una road map composta da sette punti necessaria per arrivare in maniera adeguata alla chiamata per la tornata referendaria cittadina.

  1. porre fine alle polemiche
  2. tavolo di confronto tra le parti
  3. mitigazione problemi location provvisoria
  4. costruzione progetti di massima
  5. presentazione dei progetti
  6. consultazione popolare
  7. collocamento definitivo mercato

Va da se che questa road map non la creammo per autocompiacimento, ma per stimolare l’Amministrazione a dare informazioni e elementi concreti alla cittadinanza prima del quesito referendario.

Attivare un referendum senza la presentazione, in questo caso, dei due progetti di massima svuota il senso stesso del referendum, che se supportato dall’informazione diventa invece strumento importante e utile per riavvicinare la cittadinanza all’interesse pubblico locale.

Ad esempio, la cittadinanza e le attività commerciali non sono state informate del fatto che, se fosse riportato in Centro, il mercato oggi conterebbe un totale di 80/90 stalli (contro i circa 140 originali), pienamente sufficienti ad ospitare tutti i banchi che attualmente compongono il mercato. Questo consentirebbe sia di garantire i criteri di sicurezza che  salvaguardare i plateatici degli esercizi commerciali del Centro.

Riguardo ai parcheggi, si potrebbe pensare ad un eventuale servizio navetta, con maggiore capacità di quello attuale, dal parcheggio dell’Abbazia al Centro Città, oppure di stipulare una convenzione con Esselunga per garantire il libero accesso ai parcheggi il mercoledì mattina. Ovviamente si tratta di esempi e suggestioni, ma è anche vero che le soluzioni si trovano solo quando c’è la volontà. I fondi per coprire il servizio navetta, ad esempio, avrebbero potuto derivare da quei famosi soldi che Esselunga ha versato all’Amministrazione per il supporto a turismo e commercio locale a compensazione dell’apertura del centro commerciale stesso. La scelta amministrativa è stata un’altra: finanziare lo spettacolo pirotecnico di quest’anno; scelta del tutto legittima, noi forse li avremmo usati per questo servizio.

Quello che è certo è che ci saremmo confrontati con le reali categorie interessate prima di sceglierne la destinazione. Insomma, questo esempio per sottolineare che la politica è fatta anche di piccole scelte che caratterizzano l’approccio di uno od altra forza politica.

Bisogna inoltre sottolineare il recente successo del servizio traghetto Castelletto Ticino-Sesto Calende, che ritroverebbe una propria specificità e utilità il mercoledì  se il mercato dovesse tornare in Centro Città. Questo, come già accadeva in passato, aumenterebbe il numero degli utenti provenienti da Castelletto dando un impulso maggiore alle attività commerciali senza che si utilizzino mezzi privati aggravando i problemi di traffico, parcheggi e inquinamento.

E se alla fine il mercato non dovesse tornare in Centro Città? A noi piacerebbe che l’eventuale nuova location potesse avere un’utilità sociale ed economica. Via Lombardia/Via Capricciosa è un “deserto” commerciale e di servizi annessi. Allora ci chiediamo, rimanendo nel campo delle suggestioni, perchè non pensare al Mercato dell’Abbazia? Consci delle difficoltà organizzative e dei criteri di sicurezza da rispettare, sarebbe però utile fare un sforzo in questo senso. Il quartiere dell’Abbazia negli anni anni ha avuto sempre un suo proprio “centro” fatto da molte attività commerciali, che negli ultimi anni sono drasticamente diminuite. In funzione di una Città che tuteli le periferie questa sarebbe una scelta utile per ridare smalto ad una realtà sestese che nel tempo si sta spegnendo.