Servizi alle famiglie: è tempo di scelte coraggiose

Ancora una volta ci troviamo ad affrontare la questione relativa all’attivazione del doposcuola (scuola dell’infanzia): non vogliamo arrenderci all’idea di rinunciare ad un servizio che riteniamo essenziale per le famiglie che ne hanno necessità. 

Quella che per noi è tenacia nello stimolare la ricerca di una soluzione ci vede tacciati come persone che “vivono sulla luna”. E’ proprio vivere “quaggiù”, in mezzo alle famiglie, invece, che ci spinge a chiedere di attuare scelte coraggiose, nel rispetto delle normative vigenti in tema di covid e non nella rassegnazione del “non poter far di più”.

Abbiamo molto apprezzato l’apertura degli Uffici, che allo scadere del termine e al non raggiungimento del numero minimo, hanno riattivato la possibilità di iscriversi, ma ciò non bastato ed è notizia di ieri che il doposcuola non si farà.

Dopo le nostre richieste di aprile di garantire il servizio, pochi giorni fa abbiamo mandato una nuova lettera all’Assessore e agli Uffici per avere spiegazioni sulla proposta formulata per 1 sola ora, in quanto crediamo che anche questo abbia inficiato sulle iscrizioni. E’ indubbio, infatti, che qualcosa nella proposta non abbia funzionato in quanto su 70 pre-iscrizioni per il tempo prolungato solo in 25 famiglie hanno aderito al servizio proposto (ricordiamo che il costo è di 60,00 euro mensili ridotti a 40,00 euro con genitori entrambi lavoratori  e per l’orario che va dalle 16 alle 17). 

Abbiamo inoltre formulato una proposta “estrema” rispetto ad altre soluzioni attuabili per stimolare l’Amministrazione a trovare altre soluzioni che evitino di far decadere il servizio.

In merito al finanziamento del servizio, inoltre, in consiglio comunale la nostra capogruppo Malini aveva già chiesto di considerare l’ipotesi di utilizzare, almeno in parte, i 21.000 euro ricevuti dal Ministero e classificati semplicisticamente come “contributo centri estivi” per queste finalità (giacché una nota del 12 luglio 2021 del Dipartimento delle Politiche per le famiglie aveva chiarito che potevano essere destinati sia a “potenziamento dei servizi socio-educativi territoriali” che anche essere destinati direttamente alle famiglie).

Oltre a questi fondi dedicati, inoltre, ai Comuni sono arrivati anche specifici fondi per affrontare l’emergenza Covid, ma a quanto pare l’Amministrazione non ritiene importante destinarli ai servizi di supporto alle famiglie.

Invece di essere accusati di “proporre fesserie” chiediamo quindi che vengano studiate soluzioni alternative nel rispetto delle normative anti-covid. 

Non sarà poi il rischio di essere derisi per proposte eventualmente non attuabili e quindi migliorabili a fermare la nostra azione politica, che è volta a fare di tutto per attivare il servizio, in quanto è questo il nostro interesse primario.

La società è cambiata e il 90% delle famiglie è composto da due genitori che lavorano; in molti non hanno i nonni a disposizione ed in tanti non possono permettersi il servizio di baby sitting. Gli enti territoriali sono i più prossimi ed adeguati a supportare le famiglie e hanno il dovere di erogare servizi come questo, che sono irrinunciabili. Non possiamo continuare verso una strada che impone ai genitori di rinunciare ad avere altri figli per problemi economici o alle volte anche solo “organizzativi”.

“Volere è potere”, lo abbiamo detto già parecchie volte e questa Amministrazione lo ha dimostrato con il grande cantiere Marna appena inaugurato, per il quale è riuscita ad attirare fondi dalla Regione e da altri Enti. E’ la dimostrazione che quando lo si ritiene importante, i soldi vengono trovati. Sarebbe auspicabile porre la stessa attenzione alle esigenze dell’infanzia e delle famiglie.

Rimaniamo in attesa di ricevere i riferimenti specifici alle norme che impediscono di attuare soluzioni che mischiano i bambini di diverse sezioni, in quanto gli unici riferimenti da noi trovati al momento parlano di “privilegiare, laddove possibile […] (la) non intersezione di attività tra bambini appartenenti a gruppi/sezioni diversi”. Abbiamo appreso dai giornali, per esempio, che nel Comune di Milano i servizi di doposcuola alla materne comunali sono organizzati in gruppi stabili con bambini provenienti da un massimo di tre sezioni.

Chiediamo quindi che il discorso non si chiuda qui e si indaghi a fondo su tutte le possibilità operative permesse dalle norme così come su altre possibilità di copertura dei costi.