Toro Seduto e il Titanic

Guardando l’ultimo consiglio comunale, a un certo punto, giunta la notizia dell’ennesimo morto sulle nostre strade, e ascoltando i toni della discussione, ho pensato che la vita sia altrove….

È stata l’ennesima occasione persa per cercare di raddrizzare la rotta verso un futuro molto incerto. Eppure le premesse c’erano tutte: sul tavolo, un piano triennale che non si vedeva da decenni.  Dopo anni di carestia, ecco il ritorno dei fondi a pioggia dalla regione, dallo stato… Peccato che qualcuno si sia dimenticato di fare il nome dell’Europa come origine di questi fondi, forse si vergognava a dirlo. Il massimo della concessione è stato piano Marshall, ma il “recovery fund” non è la stessa cosa. Nel dopoguerra, gli aiuti americani alla nostra ricostruzione erano propedeutici all’inserimento stabile del nostro paese nel campo occidentale, una sorta di investimento che il capitale anglosassone metteva a disposizione per la creazione di un mercato, una parola oggi trattata male. Oggi quella voce si chiama “recovery plan” e seppur di aiuti si tratta, sappiamo che una parte importante andranno restituiti; mentre un’altra parte sono vincolati a investimenti ben precisi, che variano dallo snellimento burocratico all’innovazione tecnologica, dalla scuola alle infrastrutture per la mobilità. Ma soprattutto riguardano la transizione ecologica. Il potente piano triennale del nostro Comune, riprendendo le esagerate parole del capogruppo di maggioranza è di quasi 20 milioni di € e includono i soldi per la costruzione della nuova “marna” ( che da sola si trascina ormai dal 2014 con i suoi 7-8milioni). Però non c’è traccia di transizione ecologica, di futuro in tal senso, anzi per certi aspetti sembrava di essere tornati alla “Milano da bere” rivisitata nelle parole del capogruppo nella “nostra bella Sesto”, quell’Italia che ci ha lasciato qualche opera ma anche parecchi debiti che ci soffocano, sembra palesarsi oggi nella nostra città. Si perché se è tutto bello quanto ci hanno dipinto, forse si sono scordati di dire chi pagherà queste opere, e io credo i destinatari saranno le prossime generazioni. E il conto sarà una cambiale sull’ambiente che non credo si potrà pagare. Il cambiamento climatico non è più alle porte, lo abbiamo già in casa, impone la sua di logica che è più forte della nostra, impone un cambiamento di rotta, di strategie amministrative, di progetti, di relazioni sociali, di economia altrimenti si va a sbattere proprio come il Titanic. E il nostro Consiglio Comunale sembrava l’orchestra del Titanic, più imbruttita da certe polemiche, da incredibili uscite stonate, si discuteva di temi sicuramente importanti ma sterili se esclusi da un contesto più allargato. Qui non si tratta di fare “critiche a priori”, o di mancanza di alternative, la questione non è se è più importante fare una palestra o una scuola (magari si potrebbe averle entrambe con un’unica opera), ma come farla.  Manca totalmente di una visione al futuro come prevista negli obbiettivi di sviluppo sostenibili promossi dall’ONU, Agenda 2030 (dal quale questo gruppo prende forma). Non basta rispettare le leggi attuali che sappiamo benissimo essere una toppa nelle grosse falle di questa nave per impedire che affondi, non bastano le parole usate ad arte per realizzare un’opera, servono scelte precise.

Nuova Marna

Sul posto dove verrà realizzata la nuova Marna e la sede canoa è presente un giardino con più di 150 piante e 30 tipologie diverse, bisogna andare fino a “villa Pallavicino” per trovare una simile concentrazione, dovranno essere abbattute e solo in minima parte saranno ripiantiate. Costruire significa aumentare volumetria e consumo di suolo. Tutto questo oltre a portare lavoro, “economia”, significa anche immettere in atmosfera migliaia di tonnellate di CO2 che, in questo momento proprio non ci serve ma visto che la grande macchina non può essere fermata, si può almeno prevedere delle opere di compensazione proprio per assorbire almeno in parte queste emissioni.

Bosco

Studiando e rigenerando i nostri boschi ad esempio. Peccato che non disponiamo di un piano di indirizzo forestale, la base richiesta per accedere ai sempre più numerosi bandi regionali. Di questo si lamentano per primi gli operatori del settore, ed è per questo che abbiamo presentato un’interrogazione specifica, che purtroppo non è stata discussa, sacrificata dall’orario. Rimandata.  Si parla tanto di boschi come copertina, come qualcosa di bello che tutti vogliono ma poi nessuno lo prende sul serio, il bosco. Ed è proprio di oggi l’ennesimo incendio a Lentate, certo la colpa è da trovare nell’aria secca di questi giorni, nelle sterpaglie, nella negligenza, ma è l’abbandono del territorio che mi preoccupa da una parte mentre dall’altra si procede a consumi esasperati.

Plastica

Lo stesso discorso vale per l’interrogazione sulle plastiche, qualcosa che è già normato e stiamo aspettando che entri in vigore, che venga applicata la legge. Certo, è difficile abbandonare le comode abitudini, ma il comune deve dare l’esempio anche e soprattutto in questo, se ne parlerà.

E allora di cosa si è parlato ( quello che abbiamo sentito sul mercato o sulla mensa non lo definirei tale…).

Project Financing

Hanno parlato di illuminazione un progetto finanziario (project financing) dove un privato ci rifarà l’impianto su tutto il territorio, un progetto faraonico di oltre 14 milioni di € del quale non sappiamo niente o quasi, ma ci hanno spiegato che il comune ci guadagnerà, il privato ovviamente ci guadagnerà anche lui e allora chi pagherà? Senza entrare nel merito, ma tornando al nostro tema, l’ambiente, ci sarebbe piaciuto ascoltare nei proclami di Colombo non la solita pretestuosa polemica con il passato ma sentir dire che tra le clausole vincolanti dell’accordo ci fosse l’utilizzo di energia proveniente da fonti rinnovabili.

Palestra

Anche per il nuovo grande lancio elettorale, quello della palestra, non si è vista voce nello studio di fattibilità, o nel progetto eventuale di pensare a un edificio passivo, che non consumi energia se non quella che produce, che non emetta CO2 sia nella sua realizzazione che nell’utilizzo.

Scuole

Per quanto riguardano le scuole, va bene riammodernarle potenziando il risparmio energetico, sempre che ci sia un piano a lungo termine e abbiamo la certezza che in futuro serviranno tutti questi plessi, visto il calo demografico, forse bisognerebbe capire se serve investire un po’ qua un po’ là o concentrarsi su alcuni edifici, e anche in questo caso una grossa lacuna di questo triennale sta proprio nel non dotare, laddove sia consentito, gli edifici pubblici di impianti fotovoltaici come ha fatto la provincia all’istituto Dalla Chiesa.

Rete Idrica

È mancata del tutto la voce “nuovo pozzo idrico” del quale il paese soffre da tempo. I fondi di Esselunga ad esso destinati sono stati dirottati più volte e l’amministrazione sembra essere sorda su questo tema, come su quello del depuratore. Oggi la rete idrica è gestita da un consorzio di comuni provinciale ma ciò non toglie alle amministrazioni di sollecitare o spendere in proprio se ci sono urgenze da soddisfare.

Insomma il tema ambiente sulla bocca di molti oggi sembra più una moda del momento. Se non si passa dalle parole ai fatti ne pagheremo le conseguenze, ma soprattutto le faremo pagare a tutto il pianeta. Non so voi ma ci si sente davvero piccoli e terribilmente dannosi, quasi come un virus.